
Spirito di appartenenza o cittadinanza.
Che significa per te questa espressione?
In che modo fa parte della tua vita?
Come lo vuoi vivere?
Mentre pensi alle risposte, ti racconto brevemente cosa succede quando c’è e quando invece è in sofferenza.
Il sentirci parte di un gruppo, di una comunità, per il piacere di esserlo e non perchè è un qualcosa di già predeterminato, è un aspetto spesso troppo sottovalutato e poco riconosciuto. Banalizzarlo o ancora peggio non prenderne consapevolezza, porta a conseguenze in molti casi per noi compromettenti.
Vivere nella comunità dove si nasce e si cresce ad esempio, percependo la socializzazione come un qualcosa di non scelto bensì di costretto o coatto, crea ripercussioni sulla socialità stessa e soprattutto sulla propria identità. E’ un voler fuggire per cercare altrove ciò che in essa non si riesce ad ottenere.
Questo è ciò che mette in sofferenza, il nostro potenziale di cittadinanza e dunque il senso di dedizione verso il bene comune come qualcosa che include anche il bene proprio.
In realtà, la cittadinanza può essere migliorata e gestita, consapevolizzando in primis i risvolti che ha su di noi.
Essa racchiude un valore enorme e sposta equilibri importanti sui quali la comunità si fonda e sviluppa.
Le persone che hanno questo spirito di appartenenza molto allenato, sono persone che si impegnano e dunque si auto-realizzano, nella benevolenza e la preoccupazione per il benessere altrui e non per il successo personale o ad esercitare il potere sugli altri.
Fare del senso di appartenenza o cittadinanza, uno strumento di crescita, significa ad esempio, concedersi un’occasione di dialogo con altre forme di appartenenza tramite la comprensione, l’incontro e l’accordo, dando origine così ad un nuovo potenziale orizzonte in cui vivere la comunanza.
Ci si ritrova a scoprire dimensioni che vanno oltre il proprio individualismo, a coltivare l’amore per la vita e per l’umanità.
Chiedersi come sta il nostro spirito di appartenenza ma soprattutto imparare a prendersene cura, aiuta a conoscere la nostra identità che è prima individuale e poi sociale. Conoscersi meglio per poter essere migliori, senza dover per forza fuggire, reprimerci o peggio ancora alienarci.
Un obbiettivo che se vuoi, ti accompagno ad esplorare, partendo proprio dalle domande iniziali.